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La fotografia di strada -- La mia prospettiva. Lezione base.

Il falso mito. Il genere dai confini più indefiniti: la street photography.



Sfatiamo una serie di miti e buttiamo giù una serie di punti che possano esservi utili per quanto riguarda la street photography. Partiamo dalla definizione stessa di fotografia di strada, o street photography che dir si voglia. In realtà non è un genere ben specifico, i confini non possono essere netti, tantomeno molto precisi. Personalmente la definirei come una fotografia effettuata in luoghi pubblici in cui risulti centrale la presenza umana. All’interno di questo paradigma vedremo che possono esserci diverse aree completamente diverse tra loro. Ad esempio ci sono fotografie che hanno una grande valenza storica e documentativa ( Bresson, Klein ) o altri in cui l’estetica e l’astrazione o il surreale prevalgono ( Webb, Moriyama ) che possono essere estremamente diversi tra loro. Ma intanto cominciamo a definire queste due enormi macro aree.



La scena non costruita è sicuramente fondamentale per parlare di fotografia di strada, specie nel caso in cui abbiamo una qualche pretesa di valenza storica \ reportagistica della foto in se.

E qui si apre il primo problema.

Come si fotografa in strada senza essere visti? Il mito del fotografo invisibile è solo un mito. In effetti nessuno può diventare invisibile…però si può diventare parte della scena e risultare quindi molto meno invadenti e passare quindi anche del tutto inosservati. In questo diventa fondamentale la velocità.  O si diventa molto lenti ( si entra nella situazione, nello spazio scelto, e si aspetta un po’…) o si riprende tutto con una velocità estremamente alta ( spesso adatta a situazioni in movimento ). Il tempo, quindi è la variabile principale  che ci permette di modificare la percezione nostra nello spazio che andiamo a interpretare.

Roma, agosto.

Le macchine fotografiche.

Naturalmente possono esserci altre variabili che aiutano. Ad esempio avere una macchina fotografica piccola e poco invasiva. Oppure scattare evitando di portare la macchina all’occhio. Questo ultimo aspetto è possibile in due modi. O avendo così tanta familiarità con l’ottica che si sta utilizzando che non si ha bisogno della conferma del mirino, oppure ad esempio utilizzando macchine con un display orientabile. Trovo utile anche macchine con otturatori molto discreti o completamente silenziosi ( Leica M, Sony A9, Sony RX104, Fujifilm X100V, etc )




Da questo punto di vista oggi esistono diverse macchine adattissime alla fotografia di strada. Le Ricoh GR3 e GR3X, diverse macchine m4\3, Leica M e Leica Q, diverse Sony come le A9, A73, A74, A7R3 o 4 o 5, la fujifilm X100V di cui potete leggere una recensione qui, la Fujifilm XE-4, etc, etc




Le mie scelte sono, attualmente la Leica Q2 Monochrom, la Leica M11, la Sony Rx10 Mark 4, la Leica SL2S.

Di solito che le classiche focali utilizzate partono dai 24\25 mm fino ai 50\75 mm. Cioè focali in grado di fotografare i soggetti tenendo però in considerazione l’ambiente che li circonda. Tuttavia nulla vieta di sperimentare con ottiche molto più grandangolari - fino al 10 mm lineare che ho sperimentato un paio di volte-  o molto più spinte come teleobiettivo ( per questo ho aggiunto la Sony RX10 mark 4 al mio corredo )




Un autofocus veloce può essere comodo. Ma meno indispensabile di altri parametri come un otturatore completamente privo di lag. Il punto, ancora una volta, rimane il tempo. Come nel discorso dell’ “invisibilità” dello “street photographer”, in cui la variabile principale rimaneva il tempo, anche qui lo è. Ma in questo caso è la capacità di anticipare quel che sta per accadere attorno al fotografo. Sensibilità.  Ed un’infinità di pratica. Se le vostre scarpe non sono logore non state facendo abbastanza pratica. ;)

La Luce

Castel Sant’Angelo, Roma, 2022. Leica M11

Imparare a vedere la luce. Che è un principio essenziale per qualsiasi fotografo e qualsiasi genere fotografico. Ma per la fotografia di strada, dove tutto è imprevedibile, dove non si sa mai cosa aspettarci, dove la velocità è spesso estremamente alta, è ancora più importante.

Un aiuto fondamentale da questo punto di vista potrebbe arrivarvi dal costringerei a lavorare con l’esposimetro in spot. Questo è un passo che effettuerei dopo aver provato lo spot in situazioni leggermente meno dinamiche. Come in ritrattistica o in paesaggistica\architettura.

Ultimamente sono uscite diverse fotocamera con una modalità di funzionamento esposimetrica definita “highlights”. In sostanza preserva le alte luce di qualsiasi scena stiamo inquadrando. Vi suggerirei di arrivarci solo dopo tanta pratica effettuata con la misurazione spot.

Variazioni & Costanti

Solitamente possono essere usati semi automatismi come lavorare a priorità dei diaframmi. Tanto più che oggi giorno la maggior parte delle macchine fotografiche consente di impostare gli ISO automatici controllando la velocità minima di scatto sotto la quale la macchina sale di ISO. Quindi, di fatto, è una soluzione per lavorare velocemente e controllare diaframmi e tempo minimo di scatto. Dall’altro lato vi suggerirei anche di provare a lavorare con impostazioni manuali vedere cose ne può venir fuori. Si veda, ad esempio, il mio progetto in corso “un secondo di vita”. Stesso discorso può essere fatto per i posti in cui si scatta. Tornate più volte negli stessi posti per cercare di ottenere cose anche completamente diverse tra loro. Quando non trovate più stimoli cambiate posti, cercate, esplorate, perdetevi.

Ma sopratutto DIVERTITEVI !!

Personalizzare l’estetica.

Trovate un vostro flusso di lavoro per l’editing e la post produzione. Se è vero che di solito è la parte meno interessante e noiosa è anche vero che se volete proporre qualcosa di davvero personale, dovrete post produrre le vostre foto. La mia scelta ricade su Capture One 23 Pro ed Exposure X. Una volta che avrete affinato la tecnica di post produrre le vostre foto, vi richiederà davvero pochissimo tempo.

In conclusione

Via Del Corso, Roma. 2022. Leica M11

Prendete questa chiacchierata come una prima lezione base. Non prendete i miei suggerimenti come legge. Ma come spunti da cui partire e poi eventualmente provate a stravolgerli. Ad esempio utilizzando una macchina medio formato per la street photography. O di farlo essendo il più invasivi possibili. L’unica regola valida è quella di seguire il vostro flusso creativo. E personalmente lo faccio seguendo ciò che mi circonda, nella maniera più armonica, continua e meno invasiva possibile. Ma ognuno di noi deve trovare la propria strada seguendo le proprie attitudini. E - di tanto in tanto - uscendo dalla propria confort zone.






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Se avrà riscontro preparerò altri articoli simili.






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